Innanzi tutto è essenziale conoscere bene le normative e i requisiti richiesti. E non si tratta solo di burocrazia: rispettare le regole fin dai primi passi significa coltivare la qualità e la sicurezza necessarie a garantire sostenibilità alla tua attività nel tempo.
Per avere una panoramica completa di tutti i passaggi da tenere a mente per aprire un centro estetico in Italia, dalla stesura del business plan all’importanza di scegliere sistemi di pagamento efficienti come Qomodo, ti invitiamo a leggere Le info necessarie per aprire un centro estetico.
In questo articolo, invece, ci soffermiamo sulle normative e i requisiti per avviare un istituto di bellezza nel rispetto della legge italiana, in particolare della Legge n. 1 del 4 gennaio 1990.
Estetista: cosa fa e quale titolo serve
La figura dell’estetista è disciplinata dalla Legge 1 del 1990, che ne definisce attività, limiti e requisiti e ha l’obiettivo di tutelare la salute pubblica, garantendo che i trattamenti estetici vengano eseguiti solo da personale formato e competente, in ambienti idonei e nel rispetto delle regole.
Questa norma - ancora oggi punto di riferimento per il settore - stabilisce che per esercitare legalmente come estetista è necessario ottenere una qualifica professionale riconosciuta. Il percorso può avvenire in diversi modi:
- il più diretto è frequentare un corso di formazione regionale di due anni, seguito da un terzo anno di specializzazione, oppure da un anno di lavoro come dipendente presso un centro estetico. Se ti interessa conoscere le possibilità offerte dal nostro territorio, consulta Corsi di formazione per estetiste: i migliori per regione.
- In alternativa, è possibile diventare responsabile tecnico anche con tre anni di apprendistato più un corso teorico da 300 ore, o con almeno tre anni di esperienza documentata negli ultimi cinque anni.
Secondo la Legge 1 del 1990, ogni centro estetico deve avere una o un responsabile tecnico in sede, durante tutto l'orario di apertura, che può essere il o la titolare, se in possesso del titolo abilitante, oppure una persona dipendente con la qualifica di estetista. Questa figura garantisce che tutti i trattamenti siano eseguiti a regola d'arte, nel rispetto della normativa e dei limiti professionali (ad esempio: non si possono eseguire trattamenti di tipo medico o paramedico). La sua presenza deve essere continuativa: in caso di assenza prolungata, l'attività potrebbe dover sospendere i servizi.
Il primo passo per aprire il tuo centro estetico: la Partita IVA
Il primo passaggio per chi intende aprire un centro estetico è l'apertura della Partita IVA, il codice che identifica ufficialmente l'attività agli occhi del fisco. L'apertura della Partita IVA è un atto gratuito se fatto autonomamente online tramite i portali dell'Agenzia delle Entrate, ma è consigliabile affidarsi a un professionista.
Ci si può rivolgere a un commercialista, che non solo si occuperà della registrazione iniziale ma potrà seguire anche la contabilità ordinaria, la gestione fiscale e gli adempimenti ricorrenti. In alternativa, si può procedere tramite CAF abilitati o associazioni di categoria come Confartigianato o CNA, che offrono pacchetti di consulenza pensati appositamente per le nuove attività artigiane. Queste strutture possono essere particolarmente utili anche per orientarsi fra le normative locali e per avviare altre pratiche fondamentali (SCIA, INPS, INAIL, ecc.) senza stress.
Codice ateco estetista: qual è quello corretto
Il tuo codice ATECO (centro estetico) sarà 96.02.02, perché copre tutte le attività estetiche non mediche. Ma, attenzione: se prevedi di svolgere anche attività come tatuaggi, trucco permanente o trattamenti con dispositivi elettromedicali, potrebbero essere necessari codici aggiuntivi o autorizzazioni specifiche.
Per approfondire la sezione relativa ai codici ATECO estetista, è essenziale comprendere le specifiche attività che ogni codice rappresenta e come queste influenzano la gestione fiscale e operativa della tua impresa.
Codice ATECO 96.02.02 - Servizi degli istituti di bellezza
Questo codice è il più comune per chi apre un centro estetico. Include trattamenti estetici non medici come epilazione, massaggi estetici, trattamenti per viso e corpo, manicure, pedicure e trucco. È adatto anche per estetiste freelance o a domicilio.
Codice ATECO 96.02.03 - Servizi di manicure e pedicure
Se la tua attività si concentra esclusivamente su manicure e pedicure, questo codice è più appropriato. Tuttavia, se offri anche altri servizi estetici, è consigliabile utilizzare il codice 96.02.02 o entrambi.
Codice ATECO 96.09.02 - Attività di tatuaggio e piercing
Per attività come tatuaggi e piercing, è necessario utilizzare questo codice specifico. Richiede requisiti professionali e sanitari differenti rispetto a quelli per estetiste.
Codice ATECO 96.02.01 - Servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere
Se prevedi di offrire anche servizi di acconciatura, come taglio, piega e colorazione dei capelli, dovrai aggiungere questo codice alla tua Partita IVA. È infatti possibile combinare più codici ATECO per riflettere accuratamente le attività svolte.
Iscrizione alla Camera di Commercio
Una volta ottenuta la Partita IVA, dovrai iscrivere la tua attività alla Camera di Commercio, nel Registro delle Imprese.
La Camera di Commercio è un ente pubblico che supporta lo sviluppo economico del territorio, fornendo servizi alle imprese, registrando le attività commerciali e artigianali e vigilando sul rispetto delle norme di settore. Il Registro delle Imprese è una banca dati ufficiale in cui sono raccolte tutte le informazioni giuridiche ed economiche delle imprese italiane. L'iscrizione è obbligatoria e ufficializza l'esistenza dell'impresa a fini legali, fiscali e contributivi.
L'iscrizione comporta anche il pagamento del diritto camerale annuale, una tassa destinata al finanziamento delle attività istituzionali delle Camere di Commercio. Il suo importo varia in base alla forma giuridica dell'impresa e al fatturato annuo, ma è comunque un obbligo per tutte le imprese iscritte.
Chi apre un centro estetico deve inoltre iscriversi all’Albo delle Imprese Artigiane, perché l’attività rientra nel settore dell’artigianato. La classificazione come impresa artigiana non dipende tanto dalla dimensione dell’impresa, quanto dalla natura del lavoro svolto: l’estetista esercita un’attività manuale e tecnica con un apporto diretto e personale nella prestazione, caratteristiche tipiche dell’artigianato. Il lavoro di estetista prevede infatti la manipolazione di strumenti, l’uso di tecniche specifiche acquisite tramite formazione professionale e l’interazione costante con il cliente, aspetti che lo distinguono da attività puramente commerciali. Anche se il centro estetico cresce e impiega più collaboratori o dipendenti, continuerà a essere considerato artigiano purché chi è titolare o responsabile tecnico partecipi in maniera attiva all’attività lavorativa.
L’iscrizione all’Albo artigiani è gestita dalla Camera di Commercio, che verifica il possesso dei requisiti richiesti e rilascia l’apposito numero di iscrizione. Questo passaggio è obbligatorio per accedere ad alcune agevolazioni dedicate, per partecipare a bandi pubblici destinati agli artigiani e per mantenere la regolarità della propria posizione fiscale e contributiva.
INPS e INAIL: obblighi previdenziali e assicurativi per titolari e dipendenti del centro estetico
È il momento di pesare alla previdenza e alla sicurezza sul lavoro. Quando decidi di lavorare in proprio - cioè come titolare dell'attività - devi iscriverti alla Gestione Artigiani dell'INPS, la cassa previdenziale specifica per chi esercita attività artigianali. L'iscrizione è obbligatoria e comporta il versamento di contributi fissi annuali, indipendentemente dal reddito generato. Solo oltre una certa soglia di reddito si aggiungono anche i contributi percentuali.
Dal momento in cui decidi di assumere personale, la situazione si fa un po' più articolata. Oltre alla gestione della tua posizione, dovrai infatti attivare una posizione INPS per i dipendenti, cioè versare i contributi previdenziali per conto del personale. E non è tutto: dovrai anche iscriverti all'INAIL, l'ente che assicura contro gli infortuni e le malattie professionali. Questa assicurazione è fondamentale in un'attività come quella estetica, dove si usano attrezzature, strumenti taglienti, prodotti chimici e si effettuano manovre fisiche ripetute.
Il versamento dei contributi è un obbligo fiscale, ma anche un elemento chiave per la tutela di chi lavora e per la sostenibilità del progetto imprenditoriale. Le cifre possono variare, ma rappresentano comunque una voce di spesa importante: è quindi essenziale valutare fin dall'inizio se e quante persone ti servono davvero e costruire un budget realistico che tenga conto di tutte queste spese fisse. Se i calcoli eccedono il tuo budget in maniera preoccupante, potresti anche considerare l’idea di aprire un centro estetico in franchising. (link articolo)

La SCIA: cos'è, a cosa serve e come si presenta
Uno degli adempimenti più importanti per avviare un centro estetico è la presentazione della SCIA: Segnalazione Certificata di Inizio Attività.
La SCIA è un documento obbligatorio che permette di iniziare legalmente l’attività senza attendere un'autorizzazione preventiva. Serve a comunicare al Comune che hai intenzione di aprire un’attività produttiva (in questo caso artigianale e rivolta al pubblico) e che la struttura rispetta tutti i requisiti igienico-sanitari, urbanistici, edilizi e di sicurezza richiesti dalla normativa.
Va presentata in modalità telematica allo sportello SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune in cui ha sede il centro estetico, tramite il portale Impresa in un Giorno.
La procedura per la presentazione della SCIA prevede:
- Autenticazione: accedi al SUAP telematico tramite SPID, CIE o CNS; devi essere in possesso di firma digitale e di una casella PEC.
- Presentazione: della SCIA online, seguendo le istruzioni del portale SUAP.
- Documentazione: allega i documenti richiesti, che possono essere le planimetrie dei locali, la relazione tecnica firmata da un professionista abilitato, la copia dei titoli abilitativi (ad esempio, la qualifica di estetista), l’eventuale atto di nomina del responsabile tecnico, l’autocertificazione di rispetto delle normative di settore.
- Pagamento: verifica se sono previsti diritti o tasse da versare per la presentazione della SCIA.
- Copia: conserva la copia della SCIA e della ricevuta di presentazione.
Una volta inviata correttamente, l’attività può iniziare immediatamente, anche se l’amministrazione comunale può successivamente effettuare dei controlli per verificare che quanto dichiarato sia conforme alla realtà.
La SCIA è quindi uno strumento snello e veloce, ma proprio perché si basa su un’autodichiarazione di responsabilità, richiede grande attenzione nella sua compilazione. Un errore o una mancanza possono comportare sanzioni o addirittura la sospensione dell’attività. Per questo motivo, è consigliabile farsi assistere da un tecnico abilitato o da un consulente esperto nella sua redazione.
Requisiti strutturali e igienico-sanitari per aprire un centro estetico
Ma vediamo in generale, oltre ai requisiti professionali di cui abbiamo parlato in apertura, quali altri requisiti devi tenere a mente. Dal punto di vista strutturale, i locali destinati all’attività estetica devono essere conformi ai requisiti minimi previsti dai regolamenti comunali e regionali.
In linea generale, ogni cabina estetica deve misurare almeno 6 metri quadri, mentre per ogni ambiente di lavoro (come ufficio, reception o sala d’attesa) la superficie minima richiesta è di 9 metri quadri. Oltre alle metrature, è importante che gli spazi siano ben areati, dotati di illuminazione adeguata e realizzati in materiali lavabili e facilmente igienizzabili.
I requisiti igienico-sanitari sono altrettanto fondamentali. Ogni centro estetico deve disporre di servizi igienici per il personale e per il pubblico, lavabi nelle cabine, spazi dedicati alla pulizia e disinfezione degli strumenti, armadietti per la separazione degli abiti civili da quelli da lavoro e contenitori per i rifiuti. L’obiettivo è assicurare che ogni trattamento venga svolto in ambienti puliti, sicuri e conformi agli standard igienici richiesti.
Tutti questi requisiti servono a garantire la tutela della salute dei clienti e degli operatori. Per questo è importante non sottovalutare nessun passaggio e, in caso di dubbi, rivolgersi a un professionista o agli uffici SUAP e ASL del proprio Comune. Per lo stesso motivo, per muovere i primi passi con sicurezza nel settore della bellezza, è assolutamente consigliabile redigere un Business Plan per centro estetico (link articolo) completo e dettagliato.
Controllo ASL centro estetico: quando avviene e cosa verifica
Il controllo della ASL non è automatico né uniforme in tutti i Comuni: dipende dal Regolamento Comunale e Regionale di riferimento. In molti Comuni, soprattutto nei centri medio-grandi o nelle Regioni con regolamenti sanitari più rigidi, l’apertura di un centro estetico comporta l’obbligo di ottenere un nulla osta o una certificazione di idoneità igienico-sanitaria da parte dell’ASL. In questi casi, l'ASL può effettuare un sopralluogo preventivo per verificare conformità dei locali (metri quadri minimi, materiali, ventilazione); presenza di servizi igienici a norma; idoneità delle attrezzature e dei dispositivi; modalità di disinfezione e gestione dei rifiuti; separazione tra aree operative e locali accessori.
In altri Comuni (specialmente in centri piccoli), può non essere previsto un controllo automatico dell’ASL all’apertura. In questi casi, viene richiesta una dichiarazione di conformità igienico-sanitaria da parte del titolare o di un tecnico abilitato (geometra, architetto), da allegare alla SCIA. L’ASL può comunque effettuare controlli successivi a campione o in seguito a segnalazioni.
Anche se non tutti i Comuni richiedono un controllo ASL preventivo, tutti prevedono che il centro estetico rispetti i requisiti igienico-sanitari locali. È quindi importante informarsi presso lo Sportello SUAP del Comune o consultare il Regolamento Regionale o Provinciale in materia di estetica.

Il requisito bonus: Qomodo, una marcia in più al tuo business
Un requisito a cui magari non stai pensando, ma che ti consigliamo vivamente di avere in regola all’avvio del tuo istituto di bellezza, è un sistema di pagamento all’avanguardia, costruito sui trend di consumo emergenti nel mercato mondiale: stiamo parlando di Qomodo, il partner che ti offre in pochi minuti i migliori servizi di pagamento con cui conquistare la fiducia della tua clientela e chiudere in bellezza ogni trattamento di bellezza!
Non si tratta solo di scegliere la tecnologia migliore, ma di introdurre nel tuo progetto imprenditoriale un’importante leva di marketing e fidelizzazione. Proporre esperienze di pagamento fluide, moderne e vantaggiose deve essere parte integrante del tuo business plan.
Qomodo, la fintech italiana nata proprio per chi lavora nel mondo del beauty e della cura della persona, ti permette di fare un salto di qualità. Con Paga con Qomodo, ad esempio, puoi offrire ai tuoi clienti la possibilità di pagare a rate i trattamenti a zero interessi, mentre tu incassi subito l’intero importo. Un vantaggio strategico per il flusso di cassa e per la vendita di pacchetti più completi e costosi. Inoltre, con Qomodo POS, hai un terminale smart, sicuro ed efficiente, che rende il momento del pagamento l’ultima coccola per il cliente prima di salutarti! Scopri come diventare partner in pochi semplici passaggi grazie a un’assistenza impeccabile, passo passo.
Scopri come funziona Qomodo.
Scopri come possiamo aiutarti nell'aprire il tuo centro estetico
Conclusioni
Aprire un centro estetico non significa solo scegliere un buon nome o allestire ambienti accoglienti. Significa costruire un progetto imprenditoriale solido, rispettoso delle norme e capace di offrire un servizio di alta qualità e sicuro. Dalla formazione professionale alla SCIA, fino ai controlli igienico-sanitari, ogni passaggio serve ad avviare un’attività regolare, sostenibile e capace di durare nel tempo.
Investire nella correttezza burocratica e nel rispetto dei requisiti non è solo un dovere: è un atto di serietà verso sé stessi, i propri clienti e la comunità. Ma non dimenticare che anche le scelte più pratiche, come la selezione dei tuoi sistemi di pagamento, hanno un ruolo chiave nel successo del tuo centro estetico. Con soluzioni evolute come Qomodo, puoi offrire esperienze d’acquisto moderne e convenienti, che ti permettono di fidelizzare le persone e gestire al meglio il flusso di cassa, fin dal primo giorno di apertura.
Domande frequenti sulla aprtura del tuo Centro Estetico
Quali sono le normative per l'apertura di un centro estetico?
L’attività di estetista è regolata principalmente dalla Legge 1/1990, che stabilisce i requisiti professionali, strutturali e igienico-sanitari per esercitare. A questa si affiancano normative regionali e comunali che definiscono i criteri tecnici (come metrature minime, igiene dei locali, presenza del responsabile tecnico, ecc.). Inoltre, bisogna rispettare le regole fiscali e amministrative previste per ogni nuova impresa: apertura della Partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio e presentazione della SCIA al Comune.
Quali sono i requisiti per aprire un centro estetico?
Servono requisiti professionali (qualifica o diploma da estetista, oppure presenza di un responsabile tecnico abilitato), requisiti strutturali (locali con metrature minime e spazi dedicati conformi), e requisiti igienico-sanitari (lavabi, servizi igienici, ambienti sanificabili). In molte zone è necessaria anche una certificazione di idoneità igienico-sanitaria rilasciata dalla ASL. È fondamentale inoltre essere in regola con INPS e INAIL se si ha personale, ed essere iscritti all’Albo Artigiani.
Che documenti servono per aprire un centro estetico?
Per iniziare servono: Partita IVA con codice ATECO 96.02.02, iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio, iscrizione all’Albo delle Imprese Artigiane, SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) da presentare al Comune, documentazione del titolo professionale dell’estetista o del responsabile tecnico, e documenti che attestano la conformità dei locali. Se previsto, va allegata anche la certificazione igienico-sanitaria della ASL.